Siamo ciò che facciamo ripetutamente

‘’Siamo ciò che facciamo ripetutamente. Perciò l’eccellenza non è un atto ma un’abitudine.’’

Questa citazione è di Aristotele ed è tutt’ora valida in quanto ci ricorda la grande differenza tra il sapere teorico, il saper fare e il saper essere.

Cosa trasforma una conoscenza in una competenza? E quando una competenza diventa parte del nostro essere redendoci eccellenti?

Tre sono, a mio avviso, i fattori chiave:

  1. L’ azione
  2. Il tempo
  3. La coerenza

Affinché una conoscenza diventi competenza occorre, infatti, passare dal “sapere” al “fare” e il comportamento, oltre che essere agito, deve essere ripetuto con costanza nel tempo.

Questo scollamento tra sapere e comportamento agito (o azione) porta delle inefficienze in ogni processo aziendale e ha ripercussioni sull’ essere (un buon capo, un bravo comunicatore, un bravo motivatore, ecc…).

Converrai certamente con me che avere una competenza teorica non fa di noi degli esperti, conoscere le leggi della comunicazione non farà di noi dei bravi comunicatori, ciò che fa la differenza è la pratica ripetuta nel tempo.

Questo potrebbe sembrarti banale, è ovvio che per diventare un bravo tennista non basti leggere il libro di Agassi o vedere tutte le partite del torneo di Wimbledon. Tuttavia è proprio qui che, nella mia esperienza, risiede il paradosso; molte cose sono ovvie, oserei dire scontate, ma quante poi vengono davvero applicate?

Pensa al mondo aziendale e per esempio alla gestione dei collaboratori. Molti manager sanno quanto sia importante fornire feedback puntuali e accurati ai membri del team per motivarli e migliorare le performance, ma quanti lo fanno davvero sistematicamente e con continuità?

Stessa analogia può essere applicata alla tua vita di tutti i giorni; quanti corsi di comunicazione e di time management hai fatto nel corso della tua carriera? Quanti ti hanno portato benefici significativi e duraturi?

Nella migliore delle ipotesi hai probabilmente riscontrato dei miglioramenti subito dopo il corso, ossia dopo aver acquisito la nozione, il sapere. Poco dopo, se al sapere non è poi seguita la pratica, sia l’entusiasmo che i benefici si sono progressivamente affievoliti. Non è così?

Possiamo definire questo fenomeno ‘’effetto wow’’. Terminato un corso di formazione, e in generale appena acquisita una nuova conoscenza, siamo pervasi da entusiasmo e motivazione intuendo, concettualmente, il potere di cambiamento positivo insito in quel dato sapere. L’effetto wow normalmente perde vigore dopo qualche giorno.

Come puoi passare dunque dal sapere all’eccellenza?

Tre sono gli ingredienti principali:

  1. Metodo
  2. Disciplina
  3. Perseveranza

Non esistono scorciatoie o formule segrete per eccellere. Aristotele ci aveva già avvertiti; l’eccellenza è frutto dell’abitudine, e l’abitudine un comportamento ripetuto nel tempo.

Alcuni studi sembrano concordare che al nostro cervello occorrano 21 giorni per trasformare un comportamento in un’abitudine. Quale che sia il tempo necessario, in ogni caso, occorre perseverare nella pratica fino a quando il sapere è diventato un’abitudine, e quindi parte del nostro ‘’essere’’.

La disciplina oggi sembra essere desueta e risuona come una limitazione di creatività e innovazione. Non è così; lo sai che uno dei pilastri della scienza della felicità è proprio ‘’più disciplina e meno caos?’’. 

La disciplina è infatti una leva importante per consolidare buone pratiche e stare bene.

Se ci rifletti la motivazione è per lo più legata a fattori esogeni, ossia esterni a noi, mentre la disciplina può dipendere da noi e quindi essere sotto il nostro controllo.

Per ottenere quindi cambiamenti duraturi nella tua vita, ti suggerisco di pensare a quali siano oggi le tue abitudini e di valutare se siano effettivamente funzionali ai tuoi obbiettivi. Per esempio, se voglio svegliarmi riposata al mattino, l’abitudine di guardare lo smartphone prima di addormentarmi non è funzionale a questo scopo.

Il secondo passaggio è quello di agganciare una nuova abitudine ad una già acquisita. Per esempio, io ho l’abitudine di prendere il caffè appena arrivata in ufficio, a questa azione ho agganciato il nuovo comportamento di chiedere un feedback almeno ad un collega che incontro nell’area break.

Agganciare una nuova abitudine ad una già consolidata è un piccolo trucco molto efficace.

Ad un livello più ampio come quello aziendale occorre un passo in più, ossia passare dalla disciplina al metodo ovvero:

  1. Mappare il sapere: ho le conoscenze necessarie per raggiungere i miei obbiettivi?

Se la risposta è negativa occorre intervenire acquisendole all’esterno oppure formando le proprie persone.

  • Quali sono i risultati che desidero ottenere? Quali sono in particolare i comportamenti che voglio osservare?

Il sapere, per portare risultati, deve essere agito e quindi diventare un comportamento osservabile e misurabile.

  • Ho un processo per monitorare i comportamenti desiderati, per rinforzarli attraverso premi, e per dare riscontri puntuali?

Il comportamento per diventare eccellenza deve essere diffuso e ripetuto nel tempo. Questo si ottiene attraverso processi di verifica e controllo, alimentati da feedback nutrienti e premi.

Ancora una volta, tutto questo potrebbe sembrarti scontato e ovvio. Ti svelo quindi il motto che ha cambiato la mia vita: ‘’lo so e lo faccio’’ la differenza è tutta qui.