Quanto lo stipendio incide sulla nostra motivazione lavorativa?
Un sistema retributivo equo e meritocratico è una base importante su cui costruire la motivazione e l’ingaggio delle persone; infatti, secondo il report “Indeed Workplace Happiness’’ ben il 26% delle persone lascia il lavoro per motivi economici.
Esiste quindi uno stipendio ideale per essere felici?
Secondo quanto emerso in uno studio condotto dalla Pardue University lo stipendio ideale è di circa €70.000 annui lordi per essere soddisfatti e realizzati ma, per il solo benessere emotivo quotidiano, ne sono sufficienti €50.000.
Attenzione però, non credere che un consistente aumento del tuo stipendio sia la soluzione per essere felici e stare bene al lavoro, perché, in estrema sintesi, i soldi non fanno la felicità!
ll paradosso di Easterlin dimostra infatti che dopo aver raggiunto un certo stipendio, la felicità NON aumenta anzi diminuisce. All’aumentare del reddito la felicità umana aumenta fino a un certo punto ma poi comincia a diminuire, seguendo una curva a forma di parabola con concavità verso il basso.
Maslow già nel lontano 1954 parlava della piramide dei bisogni. Alla base della piramide troviamo i bisogni primari: ovvero tutti i bisogni di natura biologica (come dormire, mangiare, bere, ecc.) strettamente legati alla sopravvivenza fisica, e i bisogni legati alla sicurezza.
Questi bisogni devono essere soddisfatti ma, se presenti, non generano motivazione.
Occorre avanzare lungo la piramide per scoprire i bisogni sociali quali il senso di appartenenza, il bisogno di essere integrati in un gruppo, sentirsi apprezzati e stimati.
All’apice della piramide troviamo infine i bisogni del sé ovvero i bisogni di autorealizzazione, di crescita personale e di autosviluppo.
Questo spiega perché un impiego stabile e ben pagato, se non favorisce la crescita personale e le relazioni sociali, diventa fonte di demotivazione e malessere. Al contrario un lavoro che favorisce occasioni di crescita e formazione, con un sistema premiante equo e meritocratico, è fonte di motivazione e benessere.
I dati ci dicono che (Gallup, State of the Global Workplace 2022 Report):
- Il 60% dei lavoratori è emotivamente distaccato dal proprio lavoro;
- Il 19% dei lavoratori è infelice, in Europa solo il 14% dei dipendenti è davvero coinvolto nella propria attività lavorativa e solo il 33% si sente appagato;
- Negli Stati Uniti, spesso anticipatori dei trend, i quiet quitter sono la metà della forza lavoro.
Oggi le persone chiedono alle aziende di poter contribuire a uno scopo che possa generare senso e aggregazione. Una politica retributiva equa e meritocratica può essere un ottimo punto da cui partire.
Cosa puoi fare tu per migliorare il tuo stipendio in azienda?
Ecco alcuni suggerimenti utili:
- Fai il bilancio delle tue competenze: cosa sai fare? cosa ti piace fare? cosa ti piace fare e sai fare risponde ad un bisogno del mercato?
- Raccogli i dati di realtà (stipendio, benefit, mercato…). Sai quanto il tuo lavoro è pagato sul mercato? Puoi scoprirlo per esempio su Il tuo stipendio è giusto? – StipendioGiusto.it
- Cosa puoi fare tu per migliorare? Per esempio, puoi acquisire nuove competenze, nuove certificazioni/abilitazioni, oppure potresti cambiare ruolo. E’ possibile che per la posizione che ricopri il tuo stipendio sia adeguato. Se desideri un miglioramento potresti quindi offrirti per posizioni meglio retribuite.
- Richiedi un incontro con l’azienda PRIMA di cercare una soluzione all’esterno. Il cambio di lavoro è un fattore di stress e richiede tempo, preparazione ed energia. Prima di intraprendere questo percorso valuta se la tua stessa azienda possa offrirti delle soluzioni.
- Se richiedi un feedback preparati a ricevere una risposta. Talvolta, è bene ricordarselo, la percezione che abbiamo del nostro impegno e bravura non è la stessa che ha il nostro capo, o perché non ha tutte le informazioni per valutare oggettivamente oppure perché ha una visione di insieme che a noi manca. In ogni caso acquisirai e darai informazioni utili alla tua crescita.
- Prima di cercare la soluzione al difuori fai chiarezza su quali siano i tuoi valori e obbiettivi. Altrimenti la ricerca di un nuovo lavoro sarà lasciata al caso con il rischio di ritrovarti nella medesima situazione da cui sei fuggito/a.
Se cerchi il benessere anche al lavoro, ricordati che il fattore economico è solo un elemento e non è neppure il più importante. Focalizza la tua attenzione (e impegno) nei luoghi dove è favorita la crescita, il rispetto, gli scambi, l’apprezzamento e in generale lo sviluppo delle persone.
